L’Eroe, un essere semidivino, un esempio di virtù e abnegazione ammirato da tutti, una figura da sempre associata alla conquista di qualcosa, con sacrificio a volte estremo: eroe della mitologia, eroe di guerra, poi questa definizione si è diffusa in vari campi, con eroi moderni, eroi del quotidiano, eroi sportivi…

Potevano mancare gli eroi del vino?

Hanno tutta la nostra ammirazione gli appassionati che fanno viaggi a dir poco epici alla ricerca del produttore nella landa più sperduta alla scoperta della microzolla di vigneto con esposizione unica che produce 22 bottiglie l’anno, ma qui parliamo di produttori, di gente che ci mette fatica ed impegno che vanno oltre il semplice lavoro. Persone che, d’accordo, non sono eroi della mitologia, non hanno combattuto contro eserciti invasori, ma hanno combattuto contro la natura che proprio non era incline alla viticoltura in alcuni posti.

I nostri eroi del vino non si sono arresi e caparbiamente,  piano piano, a volte nel corso di secoli, sono riusciti a conquistare lembi di terra in ambienti che definire ostili è poco. Sono così nate vigne in posti incredibili, il più delle volte spettacolari, sospesi tra cielo a mare come nelle Cinqueterre o sulle isole del mediteraneo, sulle rive di fiumi come il Reno, la Mosella e il Douro, così come in alta montagna, sulle Alpi e gli Appennini.

Ancora oggi in questi luoghi la tecnologia non è arrivata non per moda, ma solo perché letteralmente non può arrivarci. In queste vigne bisogna lavorare tutto a mano e gli asinelli non hanno ancora ceduto il passo ai trattori: spesso solo loro riescono ad inerpicarsi sui terreni impervi per trasportare i preziosi grappoli verso le cantine. Raramente sono state montate delle carrucole su cui solo i più temerari e spericolati mettono a rischio la propria pelle (assieme a quella delle uve), ma nella gran parte dei casi la regola è: cesti in spalla e via su e giù per i ripidi declivi.

Nasce così la definizione di Viticoltura Eroica.

Ma ogni fenomeno da ammirare diventa rapidamente un fenomeno da imitare e possibilmente da sfruttare commercialmente,  così hanno cominciato ad autodefinirsi viticoltori eroici anche alcuni che di eroico non avevano proprio nulla. Il dilagare di tutto questo “eroismo” ha creato i presupposti per la nascita di un comitato internazionale di tutela, il CERVIM (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna, in Forte Pendenza e delle Piccole Isole),  che delinea dei parametri affinchè possa definirsi eroica una viticultura.

  • condizioni orografiche che creano impedimenti alla meccanizzazione
  • vigneti dalle ridotte dimensioni, non sempre contigui e in molti casi con presenza di terrazzamenti
  • aziende agricole dalle superfici aziendali contenute prevalenza di imprenditorialità non a titolo principale
  • necessità di grandi investimenti economici in caso di riformulazione di una viticoltura moderna
  • condizioni climatiche non sempre ottimali (es. fabbisogni idrici)
  • tipologia differenziata di uve, con produzioni enologiche fuori dai modelli mondiali (prodotti di nicchia)
  • vigneti situati in aree geografiche ad alta valenza paesaggistica e turistica

L’attività del CERVIM è inoltre estesa alla viticoltura delle piccole isole caratterizzate da difficoltà strutturali (es: salinità, impossibilità di meccanizzazione) e da effettivo e permanente carattere di isolamento ed inserita in un contesto strutturale e socio-economico penalizzante sotto il profilo della redditività aziendale.

Forse così rischiamo di passare da un eccesso all’altro.

Visto che un oggettivo misuratore di eroismo vinicolo non lo hanno ancora inventato veniamo a qualcosa di più congeniale a noi di VINOPOLY: il risultato nel bicchiere.

Se vuoi sentirti anche tu un eroe e abbracciare la causa, ma sopratutto godere della particolare raffinatezza di queste bottiglie scopri la nostra selezione di vini eroici cliccando qui!