Fiorano Rosso 1988 – Tenuta di Fiorano

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Il Fiorano Rosso è un grande vino laziale, uno dei simboli della storia enologica italiana. Profumi davvero complessi ed articolati, note austere di goudron, lievi toni appena affumicati, poi balsamici, con accenni di cassis e mirtilli che si fondono in uno spettro olfattivo ampio e di straordinaria eleganza. Setoso, armonico, pieno all’assaggio, con tannini appena accennati, di grana finissima, privi di qualunque concessione ad elementi legnosi. Finale agile e sottile, di ottima persistenza.

Vino raro e da collezione, non soggetto a sconti o promozioni

“L’annata 1988 mi ha davvero emozionato. Assaggiare questo vino mi ha portato al di fuori del solito contesto degustativo in cui analizzi tecnicamente, tiri fuori i sentori, l’acidità, il tannino, no. Qui entriamo in un ambito diverso, perché questo ’88 ti solleva dalla sedia di almeno venti centimetri, sto parlando un grandissimo cabernet sauvignon, perfettamente tarato sul terroir d’appartenenza, che ha mostrato una vitalità, un’energia, una ricchezza espressiva davvero esaltanti.” – Luciano Pignataro

265,90

Esaurito

La Tenuta di Fiorano si trova a pochi chilometri dal centro di Roma, compresa tra il Parco dell’Appia Antica e le pendici dei Colli Albani. Con i suoi vini, Fiorano Rosso e Fiorano Bianco, e la sua storia così ricca di idee innovative e di qualche mistero, è di proprietà del Principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi. La fama della Tenuta di Fiorano è anche legata alla figura del Principe Alberico Boncompagni Ludovisi, personaggio che il tempo ha avvolto da meritata leggenda. Verso gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso Alberico si appassionò alla produzione del vino e scelse, pioniere in Italia, di impiantare cabernet sauvignon e merlot, malvasia di Candia e uno sconosciuto, per l’epoca, sémillon.

Fra l’amicizia con Tancredi Biondi Santi e Veronelli, aneddoti e misteri, come l’inviolabile cantina, e il suo carattere riservato, Alberico continuò a produrre vini fino al 1998 quando espiantò quasi tutto il vigneto senza dare spiegazioni, con un’uscita di scena degna della fama che si era costruito negli anni.

Tra le pochissime persone che in quegli anni amava frequentare Alberico, c’erano il cugino Paolo Boncompagni Ludovisi e suo figlio Alessandrojacopo già proprietari di una parte della Tenuta nella zona che comprende la chiesetta di Santa Fresca e la Villa vicina. Paolo e Alessandro iniziarono ad occuparsi della Tenuta sempre guidati da Alberico che, nel frattempo, a causa di problemi di salute si era ritirato a Roma e ne seguiva da lì la conduzione. Alessandro acquisì altri 13 ettari di terreni vicino al nucleo iniziale. Impiantò insieme al padre un vigneto sperimentale davanti la Villa di Santa Fresca e poi, sempre con la supervisione di Alberico che gli cedette i diritti di reimpianto, impostò un nuovo vigneto che doveva ricalcare quello in precedenza espiantato.

Alessandro, allora poco più che ventenne ma già con grande passione,  fu guidato da Alberico per la scelta dei terreni, dei cloni e dell’impianto del vigneto, mantenuto sempre rigorosamente a conduzione biologica, fino alle operazioni di vinificazione, le stesse che continuano ad essere applicate oggi, grazie anche alla disponibilità delle stesse maestranze di allora, tra le quali  Gianni Valenti, la memoria storica della Tenuta.

La Tenuta di Fiorano si estende oggi su una superficie di 200 ettari circa destinati a vigneto, a uliveto e, tra vecchi annessi agricoli, alberi da frutto, seminativo, grano, trifoglio, erba medica con ampie zone di pascolo. I terreni della Tenuta di Fiorano hanno una matrice totalmente vulcanica. La Tenuta, per la sua ampiezza, per la sua posizione e per la sua capacità di essere autosufficiente nelle pratiche agricole, ha consentito di conservare un ecosistema interno in completo equilibrio. La gestione storicamente biologica mantiene l’ambiente incontaminato.

Alessandrojacopo oggi è alla guida della Tenuta e di quella Cantina Storica con i vini gelosamente conservati al suo interno, che Alberico fece visitare, tra i pochissimi fortunati, a Luigi Veronelli, e che Alessandrojacopo, per rispetto, continua ancora oggi a tenere protetta.

Il Vino

Provenienza: Italia, Lazio

Vitigno: Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 35%

Annata: 1988

Alcol: 13%

Formato: 0,75 l

Affinamento: 30 mesi in vecchi fusti di rovere di Slavonia da 10 ettolitri + 24 mesi in bottiglia

Abbinamenti: carni rosse, arrosti, brasati, selvaggina, formaggi maturi

 

Peso 1 kg
Annata

1988

Colore

Rosso

Regione

Italia | Lazio

Filosofia Produttiva

Artigianale, Biologico

Allergeni

Solfiti