La Cantina di Terlano (Kellerei Terlan, in tedesco), è una azienda storica dell’Alto Adige, divenuta celebre per l’incredibile longevità dei suoi vini, soprattutto i bianchi , che con la loro pienezza che si conserva anche dopo decenni d’invecchiamento, fanno gioire di stupore gli appassionati di tutto il mondo.
I presupposti che garantiscono questa longevità sono l’elevato tenore minerale dei terreni, viti vecchie che hanno raggiunto un equilibrio di crescita ottimale, vigneti molto curati con bassa resa per ceppo, e il principio di incantinare solo uve sane e perfettamente mature.
La tradizione della Cantina di Terlano è imperniata sulla vinificazione storica in botti di legno, ma un altro fattore determinante è il metodo “sur lie”, in cui i vini maturano – spesso per anni – sui lieviti fini, prima di passare alla bottiglia dove – senza fretta – possono finire di crescere. Grazie a questa maturazione lenta, i vini acquistano più carattere e complessità.
Rarity
La prova vivente di una longevità da primato.
Una prerogativa della Cantina di Terlano sono le cosiddette „Rarità”, ossia bottiglie speciali di vini bianchi invecchiati, maturati per almeno dieci anni sui lieviti fini all’interno di cisterne d’acciaio in pressione. Ciò che più affascina di questi vini è la freschezza della loro giovinezza, un elemento che li rende oltremodo avvincenti, nonostante la veneranda età. Vini che si prestano alla perfezione per maturare a lungo in bottiglia. Terlano ha un terroir molto congeniale ai grandi vini bianchi, e queste Rarità ne sono la prova più tangibile.
Il metodo Stocker
Ogni anno, gli appassionati attendono trepidanti l’uscita dei vini rari di Terlano, chiedendosi a quale vitigno toccherà questa volta. Ma soprattutto ci si chiede quanti anni quel vino è già maturato sui lieviti fini. La risposta è contenuta nel metodo d’invecchiamento utilizzato per queste rarità, detto anche “metodo Stocker”.
Tutto ebbe inizio quando Sebastian Stocker, ex enologo della cantina di Terlano, decise di imitare l’esempio dei colleghi francesi e cominciò far maturare più a lungo i vini sui lieviti fini. Oggi, le annate migliori scelte per le „rarità” si fanno prima affinare in botti di rovere per un anno, dopodiché si travasano in piccoli fusti d’acciaio da 2.500 litri, dove rimangono da 10 a 30 anni, avendo così tutto il tempo per sviluppare sui lieviti fini tutti i loro aromi e la loro struttura complessa. Quando l’enologo ritiene che abbiano raggiunto il grado ideale d’armonia ed equilibrio, questi vini vengono imbottigliati, e fatti invecchiare per altri 4-5 anni prima di essere pronti per la mescita.
Attualmente, con questo metodo stanno invecchiando in fusti d’acciaio 15 annate, che risalgono fino al 1979. Il novero dei vitigni comprende il Pinot bianco, lo Chardonnay, il Sauvignon blanc e l’uvaggio Terlaner. Ogni anno, si rendono disponibili circa 3.330 bottiglie di vini rari.
Etichetta in argento
Una curiosità del Terlaner 1991 Rarity è anche l’etichetta in puro argento. Questo per due motivi: il primo come simbolo dei 25 anni di affinamento (nozze d’argento), il secondo per ricordare la miniera di argento che sorgeva proprio a Terlano nel XV secolo.
Il Vino
Cuvée storica, prodotta da Cantina Terlano sin dal 1893, ottenuta da una miscela delle tre varietà più tradizionali. Il Pinot bianco gli dà freschezza e una buona acidità, mentre lo Chardonnay gli conferisce morbidezza e calore, e il Sauvignon Blanc aggiunge le sue raffinate caratteristiche aromatiche. Un vino bianco estremamente strutturato e complesso, dall’incredibile longevità.
Provenienza: Italia, Trentino-Alto Adige
Denominazione: Alto Adige DOC
Vitigno: 60% Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 10% Sauvignon Blanc
Annata: 1991
Alcol: 13%
Formato: 0,75 l in cassetta di legno
Affinamento: fermentazione malolattica e affinamento per 12 mesi sui lieviti fini in botti di legno grandi, affinamento per 25 anni sui lieviti fini in serbatoi d’acciaio.
Abbinamenti: Per tradizione, l’uvaggio Terlaner si abbina alla perfezione con la minestra di vino di Terlano, ma si sposa molto bene anche con insalate di asparagi crudi bianchi, o con piatti tipici italiani come la pizza o la pasta al pomodoro, la focaccia al rosmarino o le penne all’arrabbiata, formaggio parmigiano e pecorino fresco. Inoltre si abbina bene a ricette altoatesine classiche, come i canederli di speck o la salsiccia coi crauti, petto di tacchino con ortaggi a radice o un arrosto di vitello delicato
Premi/Punteggi: 97/100 Robert Parker Wine Advocate, 97/100 James Suckling