Poche parole per descrivere la cantina artefice di alcune tra le migliori etichette di tutto il Piemonte. Tutta la filosofia aziendale si riassume in 10 punti, che ne fanno il suo manifesto:
Il manifesto
#01 Vigne vecchie e vigneti storici
#02 Selezione massale -no cloni- fatta per cru
#03 Biodiversità, No erbicidi, pesticidi e fertilizzanti
#04 Vendemmia a maturazione fisiologica
#05 Pied de cuve con lieviti indigeni
#06 Lunga maturazione in botti di rovere
#07 Imbottigliamento con poca solforosa, senza filtrazioni e chiarifiche
#08 Macerazione lunga a cappello sommerso
#09 Artigiani
#10 Purezza olfattiva e gustativa (terroir) senza note di rovere tostato
Il vino
Il nome Crichet Pajé nasce dal dialetto piemontese, con cui storicamente venivano nominate le diverse vigne prima che nascesse lo stato italiano. Il termine Crichet significa “parte alta della piccola collina”, ovvero la posizione ottimale per la coltura del Nebbiolo, che ama essere ben esposto e riparato dai venti da colline più alte; il termine Pajé fa riferimento al vigneto di origine. Il Crichet Pajé nasce da una microparticella all’interno del vigneto del Pajé particolarmente ricca in marne calcaree bianche: si tratta di una superficie di poco più di mezzo ettaro le cui piante più giovani hanno oltre 60 anni.
Prodotto solo in grandi annate, mediamente 2 volte ogni dieci anni, il Crichet Pajé necessita di una lunga maturazione, esce dalla cantina a circa 10 anni dal millesimo. Per la famiglia Roagna questa rappresenta la massima espressione dei vini prodotti, in quanto valuta il valore assoluto di un vino nella sua complessità e longevità.
Produzione limitatissima: in alcune annate meno di 1000, sino ad un massimo di poco più di 2000. In questa rara annata del 2005 sono state prodotte appena 1646 bottiglie. Ogni bottiglia é numerata.
Note di degustazione
“Il Crichet Pajé dei Roagna esordisce con un colore granato chiaro e limpido, procede con uno spettro olfattivo di grande complessità, che si articola in note di viola e di fiori secchi, per poi virare verso tonalità di liquirizia, china, ribes, di eccezionale eleganza. Tradizionalissimo, ma contemporaneamente nitido, senza concessioni a sentori rustici o imprecisi. Sapore vellutato, avvolgente, con tannini appena accennati e un calore composto, armonico, elegantissimo e d’infinita persistenza. Forse è il più costoso fra i vini italiani, ma vale il suo prezzo fino all’ultimo centesimo. Un capolavoro assoluto.” – Daniele Cernilli, Doctor Wine
Abbinamenti
Ideale l’accostamento a piatti di carni rosse, importanti, e a formaggi di media o lunga stagionatura.